Smartphone e ADHD | La Verità sul Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività
“Non sta mai fermo”, “non tiene in ordine”, “non mi ascolta”, “tocca tutto”, “mi sfinisce” – l’instabilità e l’irrequietezza dei bambini sono tra i più frequenti motivi di consultazione neuropsichiatrica in età infantile.
Quando il bambino ha iniziato la scuola, sono le insegnanti che spingono i genitori a chiedere una visita medica perché il bambino “ha sempre la testa tra le nuvole”, “è distratto” o “potrebbe fare meglio se fosse più attento”.
Si tratta di ADHD?
Questa sigla è, ormai, familiare a molti genitori perché del Deficit di Attenzione e Iperattività si è parlato davvero tanto.
Il boom di diagnosi di ADHD negli Stati Uniti ha prodotto non poche polemiche, con critiche che puntano all’attendibilità della diagnosi psichiatrica che, secondo alcuni, sarebbe una “medicalizzazione” forzata di comportamenti di bambini semplicemente “vivaci” e difficili da gestire per gli adulti.
In realtà, come spesso accade, la verità sta nel mezzo! Per quanto non bisogna giustificare un abuso di diagnosi di ADHD (un fenomeno che purtroppo esiste anche in Italia), altrettanto sbagliato sarebbe ignorare l’esistenza di questo disturbo su base neurobiologica.
Facciamo un po’ di chiarezza.
Cosa Sappiamo Oggi dell’ADHD?
In Italia la patologia riguarda oltre 30.000 bambini. L’ADHD è un disturbo evolutivo dell’autocontrollo, le cui cause, benché ancora incerte, riguardano l’interazione tra corredo genetico, anomalie neurobiologiche e fattori di rischio presenti nell’ambiente in cui si sviluppa il bambino.
Gli studi sui geni implicati nell’eziologia dell’ADHD hanno prodotto prove sostanziali, con meta-analisi che supportano un ruolo dei geni che codificano per DRD4, DRD5, SLC6A3, SNAP-25 e HTR1B ebmPubmed: The neurobiological basis of ADHD.
Cosa Vuol Dire Avere l’ADHD?
In generale, quando parliamo di ADHD parliamo di due difficoltà principali:
- Difficoltà di Attenzione e Concentrazione
- Difficoltà nel controllo degli impulsi e del livello di attività
Ma cosa vuol dire concretamente?
L’iperattività viene solitamente descritta come se il bambino fosse “mosso da un motorino”: muove continuamente le gambe anche da seduto, giocherella o lancia oggetti, si sposta da una posizione all’altra, non riesce a rispettare le regole, i tempi e gli spazi dei coetanei, a scuola ha difficoltà a rimanere seduto“.
L’altra caratteristica riguarda la dimensione dell’impulsività.
I bambini impulsivi rispondono troppo velocemente, interrompono frequentemente gli altri quando stanno parlando, non riescono a stare in fila e attendere il proprio turno.
Oltre ad una persistente impazienza, l’impulsività si manifesta anche nell’intraprendere azioni pericolose senza considerare le possibili conseguenze negative.
L’impulsività è una caratteristica che rimane abbastanza stabile durante lo sviluppo ed è presente anche negli adulti con ADHD.
L’ADHD può interferire con i processi di apprendimento del bambino e con lo sviluppo di alcune abilità cognitive. I bambini e gli adolescenti con ADHD tendono ad avere più difficoltà a stabilire buone relazioni sociali.
Come Riconoscere l’ADHD? Dai un’Occhiata a Questo Video
Guarda il Video del canale W la Dislessia con i Sintomi del Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività
ADHD e Terapia Farmacologica
A tutt’oggi sulle riviste mediche internazionali sono riportati 1329 articoli scientifici sull’uso del metilfenidato (il cui nome commerciale è Ritalin) nei bambini, ed il grado di concordanza tra questi studi è molto più elevato che per molti farmaci attualmente in commercio.
Il metilfenidato non è una sostanza miracolosa che risolve i problemi delle mamme o degli insegnanti, e neppure una sostanza malefica che gli americani hanno inventato per drogare i bambini. E’ invece un farmaco che può determinare effetti collaterali (come del resto tutti i farmaci attivi), per cui esso deve essere somministrato solo da medici competenti ed è utile se usato nelle condizioni in cui veramente serve, sotto attento controllo di medici informati e non influenzati da pregiudizi ideologici, e può rappresentare uno strumento che, in alcuni casi, può migliorare, in associazione con altri interventi non farmacologici, la qualità della vita di un numero bambino affetto da ADHD. ebmBambini iperattivi e trattamento farmacologico: un dibattito in corso
“Occorre fare molta attenzione – afferma il professor Franco Tancredi, presidente della
società italiana di pediatria – perché il Ritalin serve solo per le forme reali e diagnosticate di Adhd e può essere molto pericoloso se somministrato a ragazzi soltanto un po’ irrequieti”. In altre parole le caratteristiche tipiche dell’infanzia e della preadolescenza, come l’irrequietezza e la vivacità delle fasi di passaggio, non devono essere trasformati in malattia.
ADHD e Smartphone: La Scoperta
I ricercatori californiani hanno studiato l’uso dei media digitali di oltre 2.500 studenti delle scuole superiori che non presentavano sintomi di disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD) all’inizio dello studio. ebmThe screens culture: impact on ADHD
Nel complesso, l’uso frequente di media digitali sembra aumentare il rischio di avere sintomi di ADHD di circa il 10%. Il rischio era più alto per i ragazzi rispetto alle ragazze e per gli adolescenti che avevano avuto una depressione o una precedente storia di problemi a carattere psicologico. ebmPubmed: The association between attention deficit/hyperactivity disorder and internet addictionebmAssociation of Digital Media Use With Subsequent Symptoms of Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder Among Adolescents
Il Verdetto Finale
Nella nostra realtà iper-connessa è difficile fare a meno della tecnologia, ma occorre sviluppare maggiore consapevolezza sull’uso degli smartphone. Come segnalano recenti ricerche in questo ambito, un’utilizzo smodato dei cellulari durante l’infanzia e l’adolescenza può favorire l’insorgenza dei del ADHD, sopratutto in coloro che hanno già una predisposizione genetica per questa condizione. Guarda le infografiche dell’articolo per imparare a riconoscere l’ADHD. Consulta uno psicologo o uno neuropsichiatra infantile per ottenere una diagnosi, ottenere consigli pedagogici e iniziare un percorso di psicoterapia per tuo/a figlio/a volte a ridurre le conseguenze dell’ADHD.
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Psicologo
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Neuropsichiatra Infantile