Questa pagina contiene annunci di servizi o prodotti che riteniamo utili per i nostri lettori. Scopri il nostro processo di selezione

L’ortottica è una branca dell’oculistica che si occupa dei deficit muscolari, innervazionali e sensoriali che colpiscono l’occhio e della loro riabilitazione, “orto”, che significa “dritto” e “optichè” che sta per “atto della visione”.

La visita ortottica è eseguita nel corso di una visita oculistica.

1. Chi è l’ortottista

L’ortottista è un professionista sanitario che lavora in campo oculistico con particolare competenza nello screening, nella valutazione e riabilitazione visiva e dei disturbi motori degli occhi.

L’ortottista non è un medico, questi assiste e aiuta l’oculista nel percorso diagnostico, terapeutico e chirurgico.

2. Cos’è la visita ortottica

La visita ortottica è una visita che mira a diagnosticare o escludere la presenza di anomalie a carico dell’apparato neuro-muscolare dell’occhio e le alterazioni che da questi derivano.

3. Perché sottoporsi a visita ortottica

La visita ortottica è utile per la prevenzione, la diagnosi o la valutazione dei fattori di rischio che possono predisporre a:

  • Disturbi che riducono o impediscono la visione binoculare, come lo strabismo e l’ambliopia;
  • Disabilità visive gravi (ipovisione);
  • Astenopia o sindrome da affaticamento visivo, che può interessare chi per lavoro o svago passa molte ore al computer o su dispositivi digitali.

L’ortottica è utile anche per la definizione di percorsi riabilitativi in pazienti affetti da patologie neurologiche o che hanno subito un trauma cranico, oltre a fornire un supporto in caso di alterazioni posturali, dislessia o disturbi dell’apprendimento.

4. Quando prenotare la visita ortottica (ed oculistica)

Quando fare la prima visita ortottica? Entro il primo anno di vita, insieme alla visita oculistica.

In alcuni casi è possibile anche anticiparla di un paio di mesi, soprattutto se si notano alcuni segni particolari nel neonato, come un occhio deviato (strabismo) sin dalla nascita.

Il secondo controllo può essere effettuato intorno ai tre anni di vita. Un terzo controllo prescolastico al compimento dei cinque anni.

Diversamente, ai bambini che presenteranno delle problematiche nel corso della prima visita saranno consigliati controlli molto più frequenti, da calendarizzare a seconda del disturbo e della sua gravità

5. A quali segnali il genitore deve prestare attenzione?

Osservate sempre con attenzione i vostri bambini e vi accorgerete se vedono bene, alcuni piccoli segnali possono aiutarci a capire, ad esempio se il bambino:

  • strizza gli occhi di continuo,
  • lacrima spesso,
  • è infastidito dalla luce forte,
  • inclina la testa spesso e assume posizioni anomale col capo,
  • presenta deviazioni ad uno o entrambi gli occhi.

6. Il tuo Comune/Asl organizzano degli screening?

Solitamente screening di prevenzione oculistica ed ortottica vengono organizzati da comuni, asl o province, soprattutto in età prescolare.

Informati presso il tuo Comune o fatti promotore di questa importante iniziativa per la prevenzione dei bambini!

Un protocollo di intesa tra medici pediatrici ed oculisti, ha suddiviso in 3 diverse fasce di età la necessità di visite oculistiche per i bambini:

  • 1 anno
  • 3 / 4 anni
  • 5/6 anni.

6. Visita Ortottica ed ambliopia (occhio pigro)

L’ambliopia, ovvero l’occhio pigro è la diagnosi più comune tra i piccoli pazienti. Può essere determinata da diverse cause, sia di natura refrattiva, che da una deviazione strabica anche di piccola entità e quindi non diagnosticata.

La visita ortottica riveste un ruolo importante nel monitoraggio dell’ambliopia (condizione che produce la riduzione unilaterale della vista), poiché segue l’evoluzione del miglioramento della capacità visiva intervenendo, a seconda del caso specifico, con esercizi ortottici o eventuali bendaggi.

Il trattamento dell’ambliopia

Se si tratta di un’ambliopia di natura refrattiva il bambino dovrà mettere gli occhiali e potrebbe essere sufficiente la correzione ad uso permanente. In altre situazioni, invece, potrà essere opportuno effettuare un bendaggio e le ore di bendaggio giornaliere dovranno essere stabilite in relazione alla diversità di visione tra i due occhi o alla ragione dalla quale è scaturito il disturbo.

Oculisti pediatrici esperti in ambliopia

7. Quanto dura la visita ortottica

Solitamente una visita ortottica dura circa 15-20 minuti e comprende la misurazione dell’acuità visiva e la valutazione della motilità oculare, del senso, della tridimensionalità o stereopsi, della convergenza, dei movimenti che permettono agli occhi una visione unitaria e dell’accomodazione.

8. Diagnosi

La visita ortottica è una valutazione oculistica strumentale molto importante che permette di individuare le anomalie della visione binoculare, verificando il grado di collaborazione tra i due occhi.

La diagnosi sarà fatta sempre dall’oculista che deciderà eventualmenete anche a quali test o ulteriori esami sottoporre il piccolo paziente.

Attraverso le valutazioni ortottiche, lo specialista può identificare:

  • i vizi di refrazione (miopia, ipermetropia, astigmatismo)
  • strabismo,
  • ambliopia (occhio pigro),
  • diplopia (il vedere doppio)
  • paralisi oculari,
  • confusione e problemi di lettura (deficit di convergenza).

9. Preparazione alla visita ortottica

Per sottoporsi all’esame, non è prevista alcuna particolare preparazione da parte del paziente.

10. Rischi e controindicazioni alla visita ortottica

La visita ortottica è un esame non invasivo che non presenta rischi specifici.

11. Come si svolge l’esame: i Test

La valutazione inizia con l’anamnesi, dopodiché ci sarà una verifica volta ad escludere la presenza di limitazioni dei muscoli deputati a muovere i bulbi oculari, sia per ogni singolo occhio, che in visione simultanea.

Successivamente viene controllata la capacità di fissare oggetti in avvicinamento (convergenza) e che non vi siano punti nello spazio in cui la visione risulti sdoppiata.

Nel corso dell’esame, il medico verifica l’acuità visiva, cioè misura quanto chiaramente il paziente è in grado di vedere; in genere, viene chiesto al paziente di riconoscere alcuni ottotipi (simboli grafici, E di Albini, lettere o numeri) disposti ad una precisa distanza.

Una volta conclusa questa prima fase, la visita ortottica prevede l’esecuzione di uno o più test ortottici specifici che consentono di approfondire il quadro clinico:

Test per la Stereopsi

Valuta il senso della profondità e la visione tridimensionale.

Test per la Convergenza

Valuta la capacità dei due occhi di compiere un movimento armonico e simmetrico quando sono stimolati a convergere, facendo fissare una oggetto che si avvicina progressivamente alla punta del naso.

Esame della motilità oculare (MOE)

Durante la visita ortottica, verifica la funzionalità dei muscoli che muovono ciascun occhio, nelle principali posizioni di sguardo. Questo test consente di evidenziare una limitata motilità oculare, l’eventuale disallineamento degli occhi ed il nistagmo.

Test per lo studio della diplopia

Verifica il manifestarsi della visione doppia (un’unica immagine viene percepita come duplice) e la sua relativa natura (orizzontale, verticale ed obliqua).

Cover test

Serve ad evidenziare la presenza di strabismi, classificandoli in manifesti (sempre presenti) o latenti (emergono solo in determinate circostanze), oltre ad indicare in quale direzione si manifesta la deviazione oculare (convergente, divergente, verticale o torsionale). Se viene abbinato all’utilizzo di una stecca di prismi, il cover test permette di misurare il potere della lente prismatica necessaria a compensare la deviazione.

Esame dello schermo di Hess Lancaster e di Gracis

In presenza di strabismo, questo test della visita ortottica serve a quantificare il grado della deviazione e lo stato dei muscoli interessati dal problema. Questo esame è preliminare all’intervento chirurgico.

Test per la valutazione della sensorialità

Questo test consente di rilevare la presenza di anomalie sensoriali della visione come la soppressione (cioè un occhio non viene utilizzato a causa della scadente qualità dell’immagine che fornisce al cervello).

12. Il referto

Nel referto della visita ortottica redatto dal medico oculista, è riportata la conclusione diagnostica.

Conclusioni

L’ortottista lavora in stretta collaborazione con il medico oculista, cui spetta il compito di indicare la terapia ottica, ortottica, farmacologica o chirurgica.

Oculisti Pediatrci
Libro Prenditi cura della vista del bambino.
App Store Ios Esercizi per ambliopia
Kindle Strategie contro l’occhio pigro

 

Fonti

1- Società Mediterranea di Ortottica
2- Associazione Italiana Ortottisti Assistenti in Oftalmologia
3- Humanitas
4- Sanità Informazione