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L’olismo (dal greco όλος, cioè “la totalità”, “globalità”) è una posizione teorica basata sull’idea che le proprietà di un sistema non possono essere spiegate esclusivamente tramite le sue componenti. Sommando le componenti il risultato, ovvero la sommatoria funzionale delle parti sè maggiore o comunque differente dalla somma delle parti prese singolarmente.

Un essere vivente, in quanto tale, va considerato sempre come una unità una totalità, non esprimibile con l’insieme delle parti che lo costituiscono. Così come non lo è un’organizzazione, un team o un aeroplano.

Il valore e l’utilità dell’intero gruppo di lavoro e superiore all’utilità che cedono le singole componenti. Non voleranno mai le singole componenti con cui è assemblato un aereo.

Se modifichiamo un singolo elemento che costituisce la globalità, l’intero sistema subisce una modifica.

All’opposto del paradigma olistico abbiamo il paradigma atomistico dove gli elementi non sono parte di un sistema (di un legame naturale tra tutti i vari soggetti) ma possono al massimo venire in contatto tra loro con il meccanismo della collisione. Sul piano umano corrisponde all’individualismo.

La medicina Olistica

Agire in sanità secondo una visione olistica non vuol dire agire secondo i principi di medicine alternative o omeopatiche o comunque assumere un atteggiamento predatorio e truffaldino nei confronti dei pazienti soprattutto quelli oncologici.

La medicina olistica è una metodologia clinica che ha un’approccio multidisciplinare e multidimensionale, essa tiene al centro del sistema l’uomo e guarda a molteplici aspetti, quali:

– condizioni emotive;
– situazioni familiari;
– status psicofisico;
– abitudini alimentari;
– caregive;

La medicina olistica impone un approccio comunicativo bilaterale con il paziente, analizzando la sua vita e le sue abitudini a 360 gradi, cercando di far emergere le cause che hanno determinato la malattia ed agendo anche su quelle e non esclusivamente sull’organo malato.

La medicina olistica cerca di agire sulle cause profonde che hanno portato alla malattia.

In questa prospettiva il medico potrebbe avere anche un approccio non convenzionale sul paziente e potrebbe anche usare effetti placebo, ascoltare le sue problematiche familiare e supportarlo in un cambiamento di vita e non limitarsi a prescrivere un farmaco, seguirlo per rimuovere le cause che hanno portato la malattia a presentarsi e che potrebbero farla presentare nuovamente in futuro.

Per accettare la medicina olistica c’è bisogno di un cambiamento culturale che affianchi una certa dose di umanità  alle regole scientifiche che applichiamo in pratica clinica. E questo, purtroppo difficilmente lo troveremo in raccomandazioni dettate dalle linee guida anche se ci sono delle evidenze scientifiche inequivocabili che la dimensione biologica si affianca a quella psicologica, emotiva, spirituale, sociale del paziente cose che hanno un’importanza nella nascita  e nell’evoluzione delle malattie.

Ad esempio è evidenza scientifica inequivocabile che la solitudine affettiva ha un ruolo di primo piano nella nascita e nell’evoluzione delle malattie. Per questo la medicina cosa fa? è giusto che se ne disinteressi?. La medicina cura solo la malattia che nasce senza pensare alle cause che l’hanno generata.